Dakar-Bamako: una corsa solidale in bicicletta, per l’Africa

Pagina aggiornata il 16 Aprile, 2020

Dakar-Bamako, il tour della solidarietà in bici. Ecco le foto

Dal 17 al 22 Marzo si è svolta l’edizione numero zero della Dakar-Bamako, ribattezzata Il silenzioso tour della solidarietà perché completamente organizzato con il mezzo di trasporto più silenzioso al mondo: la bicicletta! Avevamo dato qualche mese fa la notizia per primi in questo sito del progetto voluto e sostenuto dalla UISP (Unione Italiana Sport Popolare) in collaborazione con il comitato Bici d’Italia in Africa e alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che si è svolto tutto in territorio del Senegal.

Non è stata una corsa ma un tour, non una competizione ma una missione di solidarietà internazionale. La volontà degli organizzatori è stata quella di dare vita a un tour silenzioso perché lontano dal fragore dello sport spettacolo, capace di ascoltare l’ambiente e le comunità locali. Si è trattato di un’edizione pilota con un percorso di quattro tappe in Senegal, in vista della prima edizione completa che si terrà nella primavera 2010 che unirà la capitale del Senegal a quella del Mali. Alla partenza di Dakar vi erano una rappresentanza del ciclismo senegalese e 14 ciclisti italiani, con la prestigiosa presenza del pluricampione olimpico di pentatlon moderno, Daniele Masala. Insieme a lui era presente Filippo Fossati, presidente nazionale della UISP e Carlo Balestri, responsabile Internazionale.

Dakar-Bamako, in bicicletta

Nella delegazione anche la presenza piemontese con Roberto Rinaldi, presidente territoriale UISP Cirié -Settimo, che ha partecipato alla missione in rappresentanza di Peace Games, l’Organizzazione Non Governativa UISP che si occupa di progetti di cooperazione sviluppo internazionale. Rinaldi ha voluto ricordare che “oltre allo scopo di organizzare il tour ciclistico la delegazione UISP aveva il compito di stringere relazioni con ONG Italiane che operano in Senegal e con Associazioni Senegalesi, per individuare progetti di cooperazione allo sviluppo ai quali Peace Games possa partecipare, contribuendo con le competenze che sa esprimere meglio: quelle sportive.

Bambini a Gorè

Nelle tappe del tour ci si è fermati a visitare progetti già realizzati e in via di realizzazione da parte di ONG Italiane e locali. Abbiamo visitato progetti a Dakar, Gorè, Joal, Fatik, St. Louis e altri villaggi senegalesi. Alcuni progetti riguardano il sostegno all’istruzione, come “un aquilone per Yenne”, inteso a migliorare le strutture scolastiche di questo villaggio. Un altro ha come obiettivo la salvaguardia dell’ambiente attraverso la differenziazione dei rifiuti e la realizzazione di impianti di compostaggio, per la verità molto artigianali e costruiti con fondi limitati. Un altro ancora sostiene il recupero delle giovani donne al lavoro attraverso corsi di formazione professionale, per evitare il diffuso fenomeno dell’emigrazione verso la capitale e la prostituzione“.
Rinaldi è sceso nel dettaglio e ha illustrato uno dei progetti sportivi che verranno messi in piedi:

Abbiamo visitato realtà poverissime dove non esistono attualmente progetti finanziati ma le necessità di intervento sono prioritarie, come quella del villaggio di Foundiougne, dove si vive di pesca e, paradossalmente, c’è la più alta percentuale di vedove del Senegal poiché nessun pescatore sa nuotare!

Stiamo valutando la possibilità di inviare nostri istruttori e formatori di nuoto per istruire bambini e formare istruttori locali. Le possibilità di Intervento per Peace Games sono davvero molte, nei prossimi mesi lavoreremo per dare loro concretezza.

Bell’esempio di valore sociale dello sport che ha nella sua concretezza una buona dose di fantasia!

Vedi anche: Dakar-Bamako 2011.

(Dario De Vecchis)

Dakar-Bamako: una corsa solidale in bicicletta, per l’Africa

18 / 01 / 2009 – A metà dicembre una delegazione Uisp, composta da Massimo Tossini, responsabile grandi iniziative Uisp, Roberto Rinaldi, presidente Territoriale UISP Ciriè Settimo Chivasso, Giancarlo Brocci della Lega ciclismo Uisp ed Elena Elia del comitato “Bici d’Italia per l’Africa” (che con l’Uisp collabora nell’organizzazione dell’evento), si è recata sul posto per verificare le condizioni del percorso e predisporre la logistica delle varie tappe dell’edizione numero zero del Tour ciclistico della solidarietà Dakar-Bamako che ora entra nel vivo della sua fase organizzativa.

Kaffrina, villaggio senegalese
Montoni verso il sacrificio del Tabaski

Dal 13 al 22 febbraio 2009 un percorso di 1300 km verrà battuto da un gruppo di una trentina di ciclisti, composto da giornalisti, personaggi dello spettacolo, testimonial sociali tra i quali 6 senegalesi e 6 malesi, appartenenti alle rispettive Federazioni ciclistiche nazionali.

Senegal, bambini in una via del villaggio di Tambacounda

Cinque le tappe previste: si partirà da Dakar, in Senegal, alla volta di Joal; dopo un trasferimento in pullman, si passerà da Tambakunda a Gudiri; la terza tappa segnerà il valico del confine, da Gudiri infatti, città senegalese, si arriverà a Kayes in Mali; la quarta tappa sarà caratterizzata da un pernottamento in tenda in località Kolokani, dal quale si partirà il mattino seguente per l’ultima tratta, in direzione Bamako.

Trasporto collettivo a Bamako

Tutti siamo stati abituati a conoscere Dakar come tappa finale del rally Parigi-Dakar. Una manifestazione affascinante, ma che ogni anno mieteva vittime tra i partecipanti e, cosa ancora più grave, tra le popolazioni locali. L’idea che si prefigge il progetto UISP consiste nel ripartire dalla conclusione di questa manifestazione sportiva per portare in Africa, nella stessa Dakar, una nuova idea di sport, più attenta alle esigenze sociali ed ambientali che sostituirà alle moto ed alle auto un mezzo sicuramente più in sintonia e rispettoso dell’ambiente: la bicicletta. Si vuole lasciare dei segni tangibili e portare attenzione nei confronti delle popolazioni toccate e di progetti di sostegno e cooperazione.

Il viaggio -ha spiegato Massimo Tossini- ci ha posto di fronte ad alcune difficoltà oggettive, basti pensare che in alcune zone, per centinaia di chilometri, manca qualsiasi tipo di servizio idoneo all’ospitalità dei partecipanti al tour, per cui abbiamo dovuto inserire nel programma alcuni trasferimenti in pullman. Abbiamo ottenuto comunque garanzie di supporto importanti dal ministero dello Sport maliano e dalle federazioni di ciclismo di entrambi i paesi. Inoltre, abbiamo avuto l’occasione di incontrare la console italiana in Mali e l’ambasciatore italiano in Senegal. Il nostro auspicio è quello di riuscire a coinvolgere il più possibile la popolazione locale nelle varie tappe del tour, di acquisire esperienza e costruire buone basi per la ‘Dakar – Bamako’ 2010“.

Sede del CONI Maliano

Roberto Rinaldi ha partecipato alla missione in rappresentanza di Peace Games, l’Organizzazione Non Governativa UISP che si occupa di progetti di cooperazione sviluppo internazionale. Così ci spiega l’iniziativa:

Oltre allo scopo di organizzare il tour ciclistico, la delegazione UISP aveva il compito di stringere relazioni con ONG Italiane che operano in Mali e Senegal per individuare progetti di cooperazione allo sviluppo ai quali Peace Games possa partecipare, contribuendo con le competenze che sa esprimere meglio: quelle sportive

Ci può fare degli esempi di alcuni di questi progetti?

A Fatik, villaggio distante un centinaio di km da Dakar, si può pensare ad associare un centro sportivo a quello esistente di recupero al lavoro femminile e giovanile promosso da ACRA. A Gore, l’isola di fronte a Dakar famosa per la tratta degli schiavi dei secoli passati, si potrebbe considerare di realizzare un centro sportivo per i ragazzi delle scuole locali in cooperazione con ENDA, che ha già realizzato una scuola di nuoto. Nei parchi della regione di Louga / S. Louis, nel nord del Senegal, si può pensare ad altri progetti sportivi da affiancare a quello cicloturistico esistente

Una lodevole esperienza che come rimarca Rinaldi

vuole costruire progetti che caratterizzano lo sport per la sua valenza sociale e strumento che contribuisce a contrastare situazioni di disagio giovanile, particolarmente diffuse nei paesi poveri che abbiamo visitato. Questo è stato un primo passo nella strada, ancora lunga e impegnativa, della realizzazione futura di progetti di sport sociale

Incontro con ONG Mali

(Dario De Vecchis)

Norberto – Ho visto per il tg 2 sport il servizio sulla vostra iniziativa, ne sono rimasto colpito, penso che abbiate fatto una cosa bellissima!!

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