Recensione: Grazie, di Daniel Pennac (Eco del Libro)

Pagina aggiornata il 13 Aprile, 2021


Recensione numero quarantadue per il settimanale appuntamento con la lettura da noi consigliata, attraverso la rubrica “Eco del Libro“.

Un teatro, un palco, un attore, ospite d’onore che sta per ricevere un premio, il premio alla sua carriera lunga e importante. L’attore deve tenere un discorso di ringraziamento, non si può esimere dal tenerlo e dal ringraziare giuria e pubblico in sala ma si pone la domanda: come dire Grazie!

L’attore gigionesca, si gingilla, chiede aiuto alla sua ispirazione. I ringraziamenti hanno le loro regole come afferma l’attore dal palco, regole che impongono di ringraziare la giuria, sconosciuta, che lo ha premiato “per l’insieme delle sue opere” e il pubblico che anche in questa occasione vuole da lui la battuta ad effetto e non un semplice “Grazie”.

Un’ora, una terribile ora passa il protagonista di questa storia sul palco di quel teatro per un bel monologo scritto dall’immancabile genio dello scrittore francese Daniel Pennac .

Un ringraziamento che si caratterizza per la sua spontaneità e per la mancanza totale di diplomazia e conformismo che in questi casi si dovrebbe tenere. L’attore passa dallo scoramento al furore e nel suo soliloquio pone una domanda centrale: “Che senso hanno i grazie in un mondo che storpia le emozioni in spettacolo”. Gran bella domanda, ostica e dissacrante per un mondo in cui tutto si brucia, in cui si crede con le proprie azioni di essere sempre al centro della scena ma non è così che per pochi istanti.

Daniel Pennac – Grazie

L’attore ripensa al suo passato, rispolvera negli scaffali della sua memoria vecchi ricordi e con questi anche antichi odii come quello ad esempio verso il suo maestro : il signor Blamard. Il maestro con i suoi metodi pedagogici sottoponeva a brutali angherie in anni lontani l’attore allora giovane studente e i suoi compagni di classe.

Con il passare del tempo la figura dell’attore svanisce sul palco con un gioco di luci perfetto e alla conclusione del suo monologo ormai non è che un trofeo che ringrazia e che gli spettatori applaudono liberandolo da quel massacrante incontro per premiare “la sua carriera, la sua opera”.

Un altro colpo di genio di Pennac che affresca una figura colma di nevrosi, contorta, confusa e allo stesso tempo umoristica ed intelligente ma alla fine amara per quel “Grazie” senza importanza che deve costruire senza una ragione, il motivo che lui non comprende. L’attore scivola via, la sua vita scivola via e pensa che ha speso troppo ma poco ricevuto per la sua carriera che in fondo non interessa al mondo che lo circonda.

(Mauro Colliandro)

Rubrica: Eco del Libro

Grazie di Daniel Pennac (Feltrinelli)
Pagine: 70
Prezzo: 6,50 euro

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