Pipistrelli per problema zanzare? Antea risponde: inefficace

Riprendiamo un nostro “antico” articolo dedicato ad una problematica sempre attuale, soprattutto con l’arrivo del periodo estivo.

Nella prima parte trovate le considerazioni dell’Antea, l’Associazione Nazionale Tecnici Entomologia Applicata. Nella seconda, invece, diverse opinioni rilasciate da alcuni nostri lettori, particolarmente informati sul tema. Un dibattito interessante che ha integrato il testo principale con altri dettagli.

Tutti i pipistrelli europei sono insettivori, pur mostrando abitudini alimentari molto varie. Ad esempio alcuni cacciano insetti in volo, altri quelli posati al suolo o sulle foglie. La taglia degli insetti cacciati può inoltre variare con quella del predatore.

In ogni caso non hanno un regime alimentare specializzato: si tratta più che altro di cacciatori opportunisti che si nutrono di qualsiasi specie consona alla loro dieta presente nell’areale di caccia.

Generalmente non prediligono le zanzare in quanto queste, salvo rari casi, non formano grossi sciami e non sono in grado di fornir loro grandi quantità di proteine.

Studi effettuati in Germania (Arnold et al., 2000) confermano come le zanzare non siano elementi fondamentali della dieta dei pipistrelli (meno del 5%). Altri studi parlano di un contenuto stomacale di zanzare pari a meno del 1% (American Mosquito Control Association, 2009).

Prove fatte rilasciando pipistrelli in grandi stanze colme di zanzare dimostrano che un pipistrello può nutrirsi di migliaia di zanzare per notte, ma in natura è impossibile che un pipistrello incontri solo zanzare, anche nelle zone dove sono davvero tante.

Inoltre, una popolazione di insetti non ha grosse difficoltà a compensare le perdite dovute alla predazione di adulti, sia che questa avvenga per mezzo di pipistrelli, sia da parte di altri predatori come uccelli, rane, ragni, ecc.

Infatti, la popolazione di molti insetti, tra cui le zanzare, si misura in termini di milioni d’individui per chilometro quadrato, talvolta di centinaia di milioni.
Per cui la predazione di adulti risulta praticamente ininfluente (Corrigan, 1997).

Diverso è il discorso che riguarda le larve, concentrate nel tempo e nello spazio: qui il controllo biologico può avere un ruolo decisivo. Ma i pipistrelli non si nutrono di larve di zanzara, in quanto queste sono organismi prettamente acquatici.

Venendo ai fatti, il recente interesse ai nidi artificiali per i pipistrelli ha illustri e ben più consistenti precedenti. Negli anni ’20, in Texas, furono costruite addirittura delle “bat tower” con l’intento di contrastare la malaria con metodi naturali (Campbell, 1925). Queste vere e proprie torri erano in grado di ospitare migliaia di pipistrelli e in alcuni casi riuscirono ad ospitarli davvero. Ma le zanzare non diminuirono per nulla ed il progetto fu abbandonato.

Infine, vi è il discorso riguardante la Zanzara Tigre. Questa specie ha abitudini tipicamente diurne, mentre i pipistrelli, cacciano durante la notte. Quindi la presenza contemporanea nell’ambiente di prede e predatori è assai limitata.

In conclusione, pur guardando con simpatia la lodevole l’iniziativa intrapresa da molte Amministrazioni che hanno voluto “dare una casa” ai pipistrelli, soprattutto per il suo valore educativo, non reputiamo corretto che questa debba essere presentata come la risposta risolutiva all’eccessiva proliferazione di zanzare nelle nostre città.

La via che può portare ad un miglioramento dell’attuale situazione è molto più impervia e passa attraverso un approccio globale del problema che metta in primo piano le operazione di prevenzione e lotta larvicida.

Animali, zanzara

L’unica possibilità di successo deve infatti prendere in considerazione l’eliminazione dei focolai di sviluppo larvale e la contemporanea disinfestazione, con tecniche il più possibile ecocompatibili, di quelli ineliminabili.

  • Ivan
    È semplicemente sconcertante quanto si può leggere: si citano studi eseguiti in Germania o in America ma nessuno studio in tal senso è stato condotto in Italia, con situazioni totalmente diverse (ad esempio le risaie con le care o. caspius “diminuite miracolosamente” di oltre il 90% negli ultimi 3 anni).
    Si ignora che alcune specie antropofile come Pipistrellus kuhli, di ambiente urbano, sono prevalentemente ditterofaghe e quindi potenzialmente in grado di predare un numero elevato di zanzare, in condizioni di infestazione.
    Inoltre è stato documentato che il pipistrello Myotis daubentonii preda le larve di zanzara utilizzando la coda per raccoglierle dall’acqua e quindi è parimenti inesatto escludere in toto la predazione delle larve da parte dei pipistrelli (chissà perché considerati un “unicum” senza distinzione di specie, forse perché costa fatica documentarsi di più mentre è più
    facile pontificare con pochi argomenti ma confusi).
    Un conto è sostenere erroneamenteche si risolve il problema zanzare con i pipistrelli, un altro è negare ottusamente la capacità predatoria delle singole specie e quindi spocchiosamente bollare come “simpatiche” ma tutto sommato inutili iniziative, quelle poche che hanno un fine anche conservazionistico.
    Mi fermo qui anche se avrei molto ancora da aggiungere.
  • Roby
    Vorrei ringraziare Antea per aver finalmente posto sotto una luce scientifica il problema, dopo che da mesi i media ci tempestavano di assurdi proclami da parte di comuni forse “imbeccati” da aziende con pochi scrupoli.
    Aimè, chi studia seriamente i chirotteri non ha forse avuto il coraggio di fermare questa marea per paura di creare qualche cosa di controproducente, lasciando a degli entomologi questo sgradito compito..
    Facciamo tutti un mea culpa.
    Come giustamente ricorda Ivan, in Italia ci sono pochi dati sulla predazione delle zanzare, perciò trovo corretto citare, da parte di Antea, gli unici studi europei pubblicati. La presenza in Italia di specie ditterofaghe non vuol infatti dire che le zanzare siano la preda preferita.
    Con una certa dose di estrapolazione, visto che il numero di zanzare su 100 ditteri notturni varia da meno di 1 a massimo 5, anche le zanzare nella dieta di specie ditterofaghe difficilmente potrà eccedere il 5%.
    Sul fatto che il Myotis daubentonii possa avere un ruolo importante nella predazione di larve di zanzara mi sembra un tantino un azzardo, non me ne volga Ivan, ma come spesso accade mancano studi seri in merito.
    Concludendo, sottolineo l’importanza del fatto che si sia aperto un dibattito e spero possa proseguire lasciando da parte controproducenti toni polemici.
  • Ivan
    Ciao Roby, trovo necessario fare alcune precisazioni:
    -non ho mai sostenuto che i pipistrelli avessero un ruolo fondamentale nella predazione delle zanzare, in quanto perfettamente consapevole che la loro dieta (come quella di molti altri predatori) è diversificata (l’attribuzione della ditterofagia non era intesa come zanzarofagia ma come capacità potenziale di predare anche un discreto quantitativo di zanzare, naturalmente nei luoghi ove siano abbondanti);
    – sono d’accordo con te che siano scientificamente scorretti tutti questi proclami sulla risoluzione dei problemi delle zanzare grazie ai pipistrelli ma ti faccio notare che non dipende tanto dalle aziende o dai tecnici addetti ai lavori ma dai messaggi sensazionalistici lanciati da alcuni media e giornali che devono rendere più accattivanti le notizie;
    nel merito della predazione delle larve di M.daubentonii, ho scritto che era scorretto escludere la capacità predatoria di tutti i pipistrelli verso le larve (vedi articolo), non che si trattasse di un ruolo fondamentale nella predazione delle larve;
    -riguardo le percentuali, come giustamente dici tu, si tratta di estrapolazioni e quindi sono valori numerici da intendere in modo relativo e non assoluto (occorre sempre considerare il contesto di riferimento, per questo ritengo strumentale utilizzare cifre per dedurre conclusioni che non potrai mai dimostrare, né in un caso né nell’altro se non con studi/ricerche ad hoc).
    – la mia critica (che rinnovo) è legata soprattutto alle argomentazioni finali che di fatto escludono ogni approccio alternativo che consideri anche la gestione del territorio, una conoscenza più ampia della fauna ed un conseguente corretto approccio ecologico, quando è evidente che non esistono soluzioni risolutive del problema zanzare.
  • Andrea Mosca
    Cari Ivan e Roby, vi ringrazio per i vs contributi e spero che le ns parole non siano state travisate. La conclusione del comunicato non vuole essere preclusiva ad azioni di lotta alternativa. Anzi, si sottolinea l’importanza all’approccio globale al problema.
    Il riferimento alla lotta larvicida e preventiva, quali metodi irrinunciabili nel contrasto alle zanzare, è un’indicazione principalmente rivolta a quelle amministrazioni che pensano (o vogliono far credere ai loro concittadini) che comprando un paio di bat box si possa risolvere il problema.
    Questo non vuol dire che mettere delle bat box, all’interno di un progetto globale di lotta alle zanzare non possa essere utile per il controllo di specie crepuscolari e notturne.
    In particolare, per limitare la proliferazione di zanzara tigre è indispensabile una lotta capillare che agisca sui focolai di sviluppo larvale, presenti ovunque nel tessuto urbano. E parlo di limitare lo sviluppo, non certo di eradicazione!
    Non esistono formule magiche, ma ci sono metodi più efficaci di altri. Cordialmente
  • Ivan
    Sono d’accordo con Andrea quando sostiene che un paio di bat-box non bastino certo per risolvere il problema zanzare (di solito l’ordine di grandezza è intorno ad alcune decine per aumentare “l’offerta” di nidi per i chirotteri).
    Concordo anche con la tesi che nel caso della zanzara tigre (sulla quale i pipistrelli non possono in ogni caso esercitare alcuna azione predatoria) sia prioritario individuare ed eliminare i focolai di sviluppo ed intervenire tempestivamente con cicli di trattamenti su quelli inamovibili (es. caditoie).
    In effetti, in qualche comune, la situazione è nettamente peggiorata in quanto si è intervenuti tardivamente, nonostante vi fossero segnalazioni di infestazioni, già da tempo. Un saluto.
  • Stefano
    Buongiorno! mi aggiungo a questo dibattito forse ormai dimenticato: il mio interesse verso i pipistrelli era probabilmente spinto dai messaggi sensazionalistici che si trovano in internet e su giornali locali.
    Ora, uscendo dal dibattito biologico pipistrelli, l’articolo cita sistemi di disinfestazione il più possibile ecocompatibili: volevo appunto chiedervi se voi sapreste dirmi qualcosa in merito a questi sistemi il più possibile ecocompatibili, ovvero se non si tratta del solito disinfestante credo altamente chimico spruzzato sulle piante dagli operatori comunali.
    Grazie!
  • Marina
    Scusate, vorrei avere una risposta competente in merito. Io ho messo un telino di zanzariera nei tombini con l’intento di evitare che le zanzare adulte vi depositino le uova. Può essere un metodo efficace? Posso diffonderlo con un certo credito presso i vicini o chi è interessato?
  • Per Marina
    Si, può essere utile, così come mettere delle retine anche sui sottovasi e nei contenitori che raccolgono acqua.

Lascia un commento