Proviamo a conoscere meglio la storia della nostra città.
Potremmo iniziare scrivendo che il Piemonte, cinquecento milioni di anni fa, non era altro che una distesa d’acqua. C’era solo mare all’orizzonte.
In seguito, con la nascita di Alpi e Appennini, si formò un grande golfo. La sedimentazione (fossili, conchiglie, animali…) e l’erosione dei monti ad opera dei corsi d’acqua, portò pian piano alla formazione della pianura che oggi chiamiamo “Padana”.
Ventimila anni fa iniziarono a vedersi i primi uomini dalle nostre parti.
Tante e diverse le ipotesi sulle origini di questi migranti. Si parla di Celti, di Etruschi, di Giapeti (asiatici) e di Liguri, inizialmente stanziati sui monti.
Scesi dalle montagne costruirono un insediamento lungo il Po.
Le origini storiche di Torino
Fondata dai Taurini, la città prende inizialmente il nome di Taurasia.
Varie ipotesi anche sull’etimologia di questo nome, ma sappiamo che “Taur” o “Thor” voleva dire “monte” in aramaico e forse anche in celtico.
È probabile che anche il simbolo storico del toro derivi dalla parola Taur.
La prima vera prova della città fu l’assedio di Annibale che durò 3 giorni prima che il comandante cartaginese ne conquistasse le mura. Questo evento, visto dai romani come un atto di coraggio e come aiuto nel rallentamento dell’avanzata nemica, ne segnò il destino. Divenne un’importante colonia militare e fu ribattezzata Julia Augusta Taurinorum.
Giulio Cesare concesse agli abitanti la cittadinanza romana e con il passare dei secoli, grazie alla sua posizione geografica, fu considerato un insediamento strategico dal punto di vista militare e politico.

Nel IV secolo inizia a diffondersi il Cristianesimo e in seguito, sotto il dominio dei longobardi, si trova ad essere città di confine con il Regno dei Franchi.
Verso il IX secolo Berengario II, marchese d’Ivrea, fece di Torino il feudo d’Arduino il Glabro.
Seguirà un periodo importante che vedrà la contea torinese raggiungere alti livelli di potenza e prosperità. Adelaide di Susa, figlia del Marchese d’Italia Olderico Manfredi e sposa di Oddone, figlio di Umberto Biancamano, diviene la Reggente della Marca. Inizia così a delinearsi il territorio della Casa di Savoia.
Nel 1091 la Marca d’Italia passa ai Conti di Savoia. Si alternano poi diversi domini e influenze politiche sulla città: il potere vescovile, il feudo di Tommaso II (fratello di Amedeo IV), la dominazione angioina, Guglielmo VII di Monferrato, la stirpe degli d’Acaja.
Ma nel 1418 tornano i Savoia con Amedeo VIII che fa della città il centro più importante dei suoi possedimenti piemontesi.
Nel 1563, dopo trent’anni di dominio francese (pace di Caveau-Chambrésis), Emanuele Filiberto fa rinascere il ducato sabaudo e rientra nella città, che trasforma nella capitale.
Nel 1706 viene liberata dall’assedio intrapreso dai soldati del Regno di Francia e del Regno di Spagna. Il salvatore è il Principe Eugenio, arrivato nel torinese proprio per aiutare il primo re sabaudo, suo cugino Vittorio Amedeo II.
Seguirà un periodo di prosperità architettonica e urbanistica, per tutto il 1700. I risultati di quello sviluppo si possono vedere ancora oggi, nelle storiche piazze, negli splendidi edifici e nei monumenti.
Nel 1814 un’altra liberazione, questa volta dal dominio di Napoleone, con il ritorno trionfale di Vittorio Emanuele I, che si trovava in esilio in Sardegna (interessante la relativa storia del ponte sul Po). Dopodiché inizia la modernizzazione politica e sociale, che porterà alla nascita dello “Statuto” di Carlo Alberto (Statuto Albertino), al passo con i tempi, esempio di contratto democratico tra Stato e cittadini, dal quale prenderà forma, oltre un secolo più tardi, la Costituzione Italiana.
Torino diventa il centro politico, economico, diplomatico del “Bel Paese”, un lungo percorso evolutivo che la porterà a vestire i panni di prima capitale (dal 1861 al 1865) del Regno d’Italia.
Tracce del passato nella Torino di oggi
L’impianto urbano romano ancora visibile
Una delle eredità più sorprendenti di Augusta Taurinorum è che il suo impianto urbano continua a vivere nelle vie del centro storico di Torino. La città romana era organizzata secondo la tipica pianta “a griglia”, con due assi principali:
- il decumanus maximus, oggi corrispondente a via Garibaldi,
- il cardo maximus, allineato con l’attuale via Porta Palatina – via San Tommaso – via San Francesco d’Assisi.
- Passeggiare per queste strade significa letteralmente percorrere l’antico reticolo viario stabilito dai Romani oltre duemila anni fa. Anche molti isolati del Quadrilatero Romano mantengono la forma rettangolare tipica dei insulae.
Le Porte Palatine e il Teatro Romano
Tra le testimonianze più iconiche dell’epoca romana ci sono le Porte Palatine, una delle porte urbiche meglio conservate dell’intero mondo romano. Con le sue torri ottagonali e le arcate rosse in mattoni, era l’ingresso settentrionale della città.
Vicino alle Porte, poco oltre il Duomo, sono visitabili anche i resti del Teatro Romano, databile al I secolo d.C., che in parte si estende sotto edifici medievali e moderni: un segno concreto della stratificazione continua della città.
Strade medievali e case-torri
Con il Medioevo, Torino cambia volto ma lascia comunque tracce ancora riconoscibili. Alcune vie strette del Quadrilatero conservano la forma tortuosa dei borghi medievali.
In questa fase nascono anche le case-torri, abitazioni fortificate di famiglie nobili; non tutte sono sopravvissute, ma si possono ancora riconoscere nell’area tra via Barbaroux, via Santa Chiara e piazzetta Corpus Domini costruzioni che ne richiamano forme e proporzioni.
Barocco e Savoia: un’impronta indelebile
L’epoca sabauda ha trasformato Torino in una città monumentale. Molti edifici che oggi consideriamo “storici” appartengono in realtà al grande progetto urbanistico dei Savoia tra Seicento e Settecento.
Rientrano in questo periodo:
- Palazzo Reale, cuore del potere sabaudo
- Palazzo Madama, stratificazione unica di epoca romana, medievale e barocca
- Via Po, progettata per collegare il centro con il Po in modo scenografico
- Piazza San Carlo, progettata come “salotto” elegante della città
Anche l’uso delle prospettive, dei portici e delle piazze regolari nasce dal grande piano di rinnovamento della corte.
Il Novecento industriale
Sebbene meno appariscente, anche il Novecento ha lasciato tracce fortissime nella Torino moderna.
Quartieri come Mirafiori o il Lingotto raccontano la trasformazione industriale, mentre la vecchia fabbrica FIAT del Lingotto -oggi centro commerciale, museo, hotel e sede universitaria- è uno dei migliori esempi di riuso architettonico in Europa.
Una città costruita per strati
Osservando Torino con uno sguardo curioso si riconoscono livelli successivi di storia: romano, medievale, barocco, industriale e contemporaneo. La città è un mosaico di epoche che convivono, a volte visibili, altre nascoste sotto edifici più recenti, come avviene in molte grandi città europee cresciute sul proprio passato.
Potrebbero interessarti:
- Torino ha 2030 anni, ecco la data di fondazione
- Storie di Torino, perché si dice Bôgianen?
- Nella rubrica “Torino Storie” trovi altre interessanti curiosità legate al territorio.