Casco obbligatorio sulle piste bianche
Dal 1° novembre 2025 indossare il casco sulle piste da sci non è più solo una scelta di prudenza, ma un obbligo di legge per tutti, adulti compresi.
Il nuovo Decreto Sport 96/2025 ha infatti modificato la normativa del 2021, estendendo a ogni sciatore, snowboarder e utilizzatore di slittini l’obbligo di indossare un casco omologato e correttamente allacciato sotto il mento durante la discesa su piste battute e all’interno dei comprensori sciistici italiani.
La misura, che finora riguardava soltanto i minori di 18 anni, nasce dall’aumento di incidenti sulle piste, spesso dovuti a collisioni o cadute a velocità sostenuta. I dati raccolti negli ultimi anni da diversi comprensori mostrano che oltre un terzo dei traumi gravi riguarda la testa, e che l’uso del casco riduce sensibilmente il rischio di conseguenze neurologiche. Per questo il legislatore ha scelto di rendere la protezione obbligatoria anche per chi pratica sport invernali occasionalmente.
Le sanzioni previste per chi viola la norma non sono trascurabili: si va da una multa amministrativa fino al ritiro temporaneo dello skipass in caso di recidiva. Le verifiche saranno affidate al personale di controllo dei comprensori e alle forze dell’ordine, con particolare attenzione nei periodi di maggiore affluenza turistica.
Sicurezza sulla neve, prevenzione e consapevolezza: una cultura da diffondere
Oltre all’obbligo normativo, il tema della sicurezza in montagna richiama una responsabilità collettiva. Indossare il casco non significa soltanto proteggere se stessi, ma anche contribuire alla sicurezza di chi condivide la pista. Un impatto, una frenata improvvisa o una caduta possono coinvolgere più persone, e un gesto semplice come allacciare correttamente il casco può fare la differenza tra un incidente risolvibile e un dramma.
Per i bambini e i ragazzi, l’importanza del casco è ancora maggiore: la testa è più fragile, e anche una caduta apparentemente banale può provocare danni gravi. Educare i più piccoli fin dalle prime discese a indossare il casco in modo corretto -regolando la misura, verificando l’integrità delle cinghie, sostituendo il dispositivo in caso di urti precedenti- significa insegnare una cultura della prevenzione che li accompagnerà anche da adulti.
Gli esperti sottolineano che il casco perde gran parte della sua efficacia se non è allacciato sotto il mento o se è troppo largo: l’aspetto tecnico va quindi curato quanto la disciplina sportiva. A ciò si aggiungono comportamenti fondamentali come rispettare la segnaletica, scegliere piste adatte al proprio livello, moderare la velocità e prestare attenzione agli altri sciatori.

Il Piemonte e la provincia di Torino: eccellenza italiana del turismo sulla neve
Nel panorama nazionale, il Piemonte -e in particolare la provincia di Torino- occupano un ruolo di primo piano nel turismo invernale. Località come Sestriere, Sauze d’Oulx, Bardonecchia, Pragelato e Cesana Torinese costituiscono un patrimonio sportivo e naturalistico di valore internazionale, eredità delle Olimpiadi Invernali del 2006 e simbolo di un territorio capace di coniugare accoglienza, innovazione e rispetto per la montagna.
Ogni inverno, migliaia di famiglie, scuole di sci e turisti stranieri scelgono le piste piemontesi per la qualità degli impianti e la varietà delle offerte. Garantire piste sicure e diffondere comportamenti responsabili diventa quindi anche una questione economica e d’immagine: un turismo sostenibile si fonda sulla fiducia e sulla capacità di assicurare divertimento in totale sicurezza.
Molti comprensori della zona torinese stanno già affiancando all’obbligo del casco nuove campagne di sensibilizzazione rivolte a famiglie e giovani: check-point per il controllo dell’attrezzatura, giornate tematiche sulla sicurezza e iniziative educative nelle scuole. L’obiettivo è chiaro: rendere le montagne piemontesi non solo meta di sport e bellezza, ma modello di responsabilità condivisa.
Indossare il casco, oggi più che mai, non è solo un dovere imposto dalla legge: è un segno di rispetto verso sé stessi, verso gli altri e verso la montagna, che merita di essere vissuta con passione – ma anche con prudenza e consapevolezza.