Pagina aggiornata il 20 Dicembre, 2024
Sergio Marchionne, in un intervento all’Assemblea Generale dell’Unione Industriale di Torino del 2012, ha delineato la situazione attuale e le prospettive di Fiat.
Iniziando con un chiarimento sui recenti rapporti con il Governo e le critiche mediatiche, ha ribadito la solidità finanziaria dell’azienda, con ricavi in crescita, utile operativo significativo e una forte liquidità di 23 miliardi di euro. Tuttavia, ha riconosciuto le difficoltà del mercato europeo dell’auto, colpito da un calo senza precedenti nella domanda.
“Nelle prime righe del romanzo Anna Karenina, Tolstoj scrisse: “Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo”.
Chiunque operi nel settore dell’auto oggi in Europa sta sperimentando diversi gradi di infelicità. Ognuno sta soffrendo le pene dell’inferno a modo suo“
Marchionne ha ricordato il progetto “Fabbrica Italia”, lanciato nel 2010 per rilanciare l’industria italiana, ma ritirato a causa di condizioni economiche mutate e un contesto sfavorevole.
Ha criticato il sistema italiano, caratterizzato da elevata pressione fiscale, inefficienze burocratiche e costi energetici proibitivi, elementi che ostacolano la competitività. Nonostante i tentativi, nessun partner straniero si è mostrato disposto a investire in Italia, scoraggiato dalle “zavorre” strutturali del sistema.
Marchionne ha sottolineato l’importanza di un cambiamento culturale per affrontare le sfide competitive globali.
Ha respinto l’idea di ridurre la capacità produttiva o di cedere marchi storici come Alfa Romeo, ribadendo invece la volontà di puntare su competenze interne e mercati esteri. Ha lanciato un appello per un impegno collettivo, sottolineando il ruolo cruciale del Governo nel rimuovere ostacoli strutturali.
Marchionne ha dichiarato:
“L’Alfa Romeo non è in vendita. Ho pensato di dirvelo in piemontese per rendere efficace il senso di quello che intendo. E vi chiedo già scusa per la pronuncia:
“Monsù Piëch, lassa perde, va canté ‘nt n’àutra cort!”.
Per raccontarvi tutta la storia, sembra che Piëch abbia detto che non hanno fretta e che per ora Fiat non è ancora abbastanza malconcia. Quando lo sarà, allora lui si prenderà l’Alfa. All’agenzia di stampa Reuters ha dichiarato: “Siamo pazienti e abbiamo tempo. Non ne sentirete parlare prima di un paio d’anni”.
Poco prima di lui, un dirigente della Volkswagen aveva dichiarato che “se uno dei piani-chiave di Marchionne vacilla, saremo là a raccoglierne i pezzi”.
Le “spacconate” dei tedeschi non mi sorprendono. Quello che trovo stupefacente è che noi, in questo Paese, abbiamo perso ogni barlume di orgoglio nazionale.“
Concludendo, ha citato Einstein, evidenziando che le crisi possono rappresentare opportunità per il progresso. Ha esortato tutti a lavorare per superare le difficoltà, abbracciando il cambiamento e riaffermando i valori di impegno e innovazione come fondamenta per il rilancio industriale e sociale dell’Italia.
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