Un buon derby della Mole tra Juventus e Torino

Pagina aggiornata il 18 Marzo, 2024

di Mauro Napoli

Vibrante partita all’Olimpico di Torino.

La Juve parte molto contratta, cercando di prendere l’iniziativa, ma di fatto lasciandola a un Toro più brillante. Dubbio fuorigioco di Recoba proprio a inizio primo tempo. Poi quasi più nulla da segnalare.

Toro più dinamico nella prima parte del secondo tempo, ma il tutto si risolve in una bell’azione sulla destra che vede Comotto arrivare sul fondo e crossare basso e teso, il pallone viene intercettato da Buffon.

La Juve nella seconda parte del primo tempo inizia le prove dell’assedio del secondo.
Su cross dalla destra Iaquinta gira di testa sotto la traversa dove vola uno splendido Sereni a vanificare la prodezza del bianconero.

Poco dopo sulle solite mischie derivanti da calci d’angolo, Palladino e Iaquinta si ostacolano a un metro da Sereni, non riuscendo a battere a rete. Fortuna per loro che erano in fuorigioco.

Siamo sul finire del primo tempo e già si è capito che Iaquinta sta soffrendo il mal di schiena, ma si sta sacrificando per la squadra, Palladino conferma il suo momento tremendo di abulia ed evanescenza. Iniziamo a chiederci: è un momento transitorio questo o lo sono stati i pochi incontri di bel calcio che in questi due anni il giovane campano ci ha fatto vedere?

Il primo tempo scivola via con poco altro da narrare, se non una punizione per parte, nessuna delle quali,, una di Del Piero, l’altra di Recoba, giunge nello specchio della porta. Ultimo brivido prima del riposo, una nuova incursione di Comotto, che di testa in corsa spizzica, facendo attraversare la palla lungo lo specchio della porta senza che nessuna riesca a intervenire.

Fine primo tempo della classica partita da derby, tesa, combattuta, spesso bloccata, poco spettacolare, ma viva.

Il secondo tempo, invece, risulterà più scoppiettante.
La Juve deve vincere, lo sa, lo vuole, lo deve e prende possesso della metà campo granata, anche se quest’ultimi provano sempre a ribattere colpo su colpo.

Nedved, generosissimo anche oggi, proprio a inizio tempo ha una buona occasione in mezzo all’area, ma perde il tempo per il tiro e viene chiuso da un’attenta difesa granata.

Arrivano, poi, una serie di occasioni per la Juve che mettono in luce l’estremo granata, davvero in splendida forma, una sicurezza nella retroguardia torinista.
Del Piero si libera al limite dell’area, lascia partire un subdolo tiro a mezz’altezza che Sereni devia in angolo.

Del Piero su punizione mira all’incrocio dei pali, ma lì va a prenderla Sereni.
Più avanti Camoranesi di testa sta per beffare la retroguardia torinista, ma sempre lui ci mette una pezza, facendosi successivamente da scudo sui giganti bianconeri che si sono buttati sulla respinta.

L’unica palla che Sereni non riesce a prendere è quella calciata da Palladino, su un’azione che ha ricordato il gol all’andata di Trezeguet. Stavolta il fuorigioco c’è e l’arbitro vanifica l’unica giocata degna di tal nome della giovane punta bianconera. Ma è una punta o un esterno? O nessuno dei due?

Non lasci ingannare questa cronaca, il Toro ha subito l’iniziativa della Juve per tutto il secondo tempo, ma non si è mai tirata indietro, timorosa, di fronte all’avversario. Tant’è che Novellino, quando ha dovuto sostituire Diana per infortunio, ha osato con Rosina. Ed è stato premiato, perché il talento granata ha fatto vedere giocate in rapidità apprezzabili e una punizione dal limite, finita sulla traversa con Buffon immobile, che ai più anziani ha ricordato le battute del grande Diego Armando Maratona.

La partita giunge al temine secondo il canovaccio imbastito dalla Juve nel secondo tempo: possesso di palla e della metà campo avversaria, pressione continua sulla trequarti del nemico. Buono Sissoko in interdizione, sbalorditivo Camoranesi che corre incessantemente su tutti i palloni e dai suoi piedi inventa magie alla Rivelino.

Nel finale un gesto di follia di Nedved, sicuramente annebbiato dalla fatica dell’ennesima partita giocata con cuore, polmoni e classe. Provocato da un urto a palla lontana di Comotto, a gioco fermo per fallo al limite su Sissoko, reagisce sul granata prendendolo per i capelli. Maschio il confronto con il terzino del Toro, che accarezzato per i capelli, si accascia a terra a un metro dall’arbitro come se gli avessero fatto lo scalpo. Giusta l’espulsione.

Cinque i minuti di recupero, nulla da segnalare, tutti a casa.
La Juve perde terreno nei confronti delle prime due in tutti i casi, il Toro fa un piccolo passo in avanti. Ma questo era il derby, ragazzi, la classifica non c’entra, questa partita andrebbe esclusa dal calendario e giocata a fine campionato, perché il derby è tutta una storia a sé.

(Mauro Napoli)

Lascia un commento