Covid-19, Piemonte in zona arancione. Cosa si può fare

Pagina aggiornata il 18 Gennaio, 2024

Aggiornamento: Piemonte di nuovo in “zona rossa” dal 15 marzo 2021 oppure leggi Ultime su Covid-19 Torino.

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Nell’altalena dei colori che sta coinvolgendo da mesi tutte le regioni italiane, dopo aver assaporato le “libertà” della zona gialla, da lunedì 1° marzo 2021 il Piemonte verrà “retrocesso” in zona arancione.

Tra i cambiamenti principali ricordiamo il non poter uscire dal proprio Comune, a meno che non vi siano le classiche motivazioni legate al lavoro, alla salute e alla necessità. All’interno dei confini comunali ci si può muovere senza autocertificazione.
Si può sconfinare per un massimo di 30 km (esclusi i capoluoghi di provincia), se il proprio Comune ha meno di 5.000 abitanti.

Dopodiché le conseguenze si riverseranno anche nel comparto ristorazione, con la chiusura di bar e ristoranti. Niente più pranzi seduti ai tavoli dei locali, niente caffè al banco, ma solo asporto (fino alle 18 nei bar e fino alle 22 nei ristoranti) e consegne a domicilio.

Centri commerciali chiusi nel fine settimana, tranne per i servizi essenziali.

A scuola chi frequenta asilo, elementari, medie. Per le superiori frequenza in aula per il 50%.

Chiusura di cinema, teatri, musei.

Seconde case. Dal 16 gennaio 2021 è consentito fare “rientro” alla propria residenza, domicilio o abitazione, senza alcuna limitazione rispetto alle cosiddette “seconde case”. Si possono raggiungere tali abitazioni, anche in un’altra Regione, se si può provare di avere avuto titolo per recarsi nello stesso immobile prima dell’entrata in vigore del Decreto-legge.

Rimane il “coprifuoco” dalle 22.00 alle 05.00.

La comunicazione è arrivata al presidente Alberto Cirio da parte del ministro della salute Roberto Speranza. Questo “livello di emergenza” rimarrà in vigore per almeno due settimane, dopodiché si valuterà se promuovere o bocciare i piemontesi.

Risorse

Segue articolo passato sul passaggio del Piemonte da rosso ad arancione.

Novembre 2020 – A breve il Governo dovrebbe comunicare quanto già si sta diffondendo tra politici e organi di stampa. Il Piemonte, insieme a regioni come la Lombardia e la Calabria, “da domenica 29 sarà in zona arancione“. A riferirlo è il Presidente della Regione, Alberto Cirio, il quale ha aggiunto di averlo appreso dal ministro della salute Speranza.

Una notizia positiva che è il frutto di tanti sacrifici dei piemontesi e del grande lavoro dal nostro sistema sanitario. Questo è un passo importante perché permetterà a molte nostre attività commerciali di riaprire già da questa domenica, ma che dobbiamo vivere con grande senso di responsabilità“.

Alberto Cirio

Un piccolo spiraglio per il tessuto commerciale del territorio, che però tutti i piemontesi dovranno impegnarsi a tenere aperto “Non possiamo sprecare questo grande sforzo, non possiamo permetterci di tornare indietro. La strada è quella giusta, continuiamo a percorrerla insieme con senso di responsabilità e prudenza“.

Parole che donano un po’ di misurato ottimismo, come è giusto che sia. Dunque il Piemonte passa da “Zona rossa” a “Zona arancione”. Cosa cambia?

Diciamo subito che non saranno comunque consentiti spostamenti “liberi”. Non si potrà uscire dalla Regione, ma neanche dal proprio Comune, a meno che, come al solito, non si presentino situazioni di lavoro, studio, salute o di necessità.
La differenza sostanziale è che ci si potrà muovere all’interno del proprio Comune (in zona rossa è possibile solo per necessità).

Rimarrà il divieto di circolazione dalle 22.00 (di sera) alle 05.00 (del mattino). Ristoranti (come in zona rossa) solo con asporto e consegna a domicilio. Centri commerciali aperti (ma chiusi nel fine settimana, tranne farmacie, parafarmacie, supermercati, tabaccherie, edicole). Musei ancora chiusi, così come piscine, palestre, teatri, cinema, centri sportivi. Scuole 2° e 3° media ancora chiuse.

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